OFFICINA GIOVANI
Piazza dei Macelli, 4, 59100 Prato PO
Officina Giovani – Piazza dei Macelli, 4, 59100 Prato PO
Next Generation è una galleria di ritratti e storie dedicata ai giovani under 30 con background migratorio che vivono a Roma e nell’hinterland della capitale. Il progetto visualizza il concetto di individui di terza cultura, giovani che crescono in un contesto culturale diverso da quello dei loro familiari. Realizzato grazie al contributo del bando VitaminaG 2020 della Regione Lazio, Next Generation è stato finalizzato in un libro fotografico con 19 interviste e ritratti fotografici, insieme a una serie di immagini in bianco e nero di alcuni luoghi di Roma, e in una mostra multimediale con 15 stampe di grande formato e un video focalizzato su 5 storie specifiche.
Arianna Massimi è una fotografa e filmmaker impegnata soprattutto sui temi dell’empowerment femminile, dell’inclusività e delle politiche sociali. Da anni collabora con numerose organizzazioni governative e private. Ha contribuito alla realizzazione di numerosi progetti multimediali e documentari, curando inoltre la regia del documentario “Stati d’Infanzia – Viaggio nel Paese che cresce” , dedicato al tema della povertà educativa minorile in Italia e parte integrante dell’omonima mostra itinerante del fotografo Riccardo Venturi, vincitore di diversi premi tra cui miglior cortometraggio della sezione Children World al Prato Film Festival.
Terminale Cinema – Casa Del Cinema di Prato
Valigie accatastate, abbandonate, dimenticate, smarrite.
Bagagli che hanno perso la loro meta. Solo momentaneamente o in modo permanente?
Bagagli che raccontano vite, speranze e forse progetti.
Queste valigie non sono rovinate, invecchiate e coperte di polvere, rotte o ammuffite. Sono valigie arrugginite.
E la ruggine ossida materiali ferrosi, non certo valigie di stoffa, cartone, o qualunque altro materiale realmente utilizzato per realizzarle. Queste valigie sono pesanti zavorre, addirittura rappresentate come se fossero di un metallo che si è deteriorato con il tempo, per effetto di agenti esterni che non conosciamo. Ignazio Fresu ci porta ad attraversare una distesa di fossili immobili che, perdendo la caratteristica di contenere, si fanno involucri vuoti e abbandonati, testimonianza di un esodo non certo privo di rinuncia e sofferenza.
Ignazio Fresu è nato a Cagliari nel 1957. Nel 1975 si è trasferito a Firenze per frequentare l’Accademia di Belle Arti. E’ in questa città che ha avuto inizio la sua carriera artistica. Da anni vive e lavora a Prato. La sua attività espositiva è molto intensa e si svolge in Italia e all’estero. Per realizzare le sue opere Fresu prevalentemente si serve di scarti delle lavorazioni industriali e di residui delle attività di consumo; ciò al fine di testimoniare sia lo spreco che la civiltà moderna, guidata soltanto dalla logica del profitto, produce inutilmente; sia la possibilità di creare da quelle montagne di rifiuti un mondo nuovo.
Le sue creazioni nascono da lamiere di metallo, da tubi, da residui industriali che vengono trattati con tecniche particolari e sottoposti a processi di ossidazione. Tra le molte esposizioni a cui Ignazio Fresu ha partecipato in Italia e all’estero è degna di particolare menzione RE-ART One, mostra itinerante dedicata all’ambiente. Il pensiero dei primi filosofi greci (in particolare quello di Eraclito), e il Pensiero Debole di Gianni Vattimo costituiscono il “tappeto” filosofico su cui si sviluppa l’opera di Ignazio Fresu.
Mostra collettiva di illustrazione curata da Librimmaginari nell’ambito della campagna culturale promossa da Arci nazionale.
Questo lavoro collettivo vuole raccontare la Palestina invertendo le narrazioni mainstream e provando ad articolare una serie di proposte culturali indipendenti da diffondere nei territori, con un focus su alcuni nodi simbolici e storici che riguardano il popolo palestinese, i diritti negati dallo stato Israeliano e le strategie visive adottate dallɜ palestinesi per rappresentare la loro condizione.
Lɜ artistɜ coinvoltɜ sono: Lilia Benbelaïd, Valeria Brancaforte, Marco Brancato, Cammamoro, Raed Charaf, Gloria Di Bella, Clara Fois, Kalina Muhova, Seif Eddine Nechi, Giulia Orecchia, Marco Quadri, Alex Raso, Guido Scarabottolo, Laura Scarpa, Jana Traboulsi, Inda Ahmad Zahri, Salim Zerrouki.
Terminale Cinema – Casa Del Cinema di Prato
il 18 solo dalle 21:15 , il 19 e il 20
Sarà possibile acquistare le foto donate da fotograf3 italiane che hanno aderito all’iniziativa di solidarietà. Il ricavato sarà devoluto al collettivo di fotograf3 Activestills
«Activestills è un collettivo nato nel 2005 da un gruppo di fotograf3 documentaristi e dalla loro ferma convinzione che la fotografia sia un veicolo di cambiamento sociale e politico. Lavora da quasi vent’anni per raccontare la realtà e la vita nella regione racchiusa dal fiume Giordano, da un lato, e dal mar Mediterraneo, dall’altro, come se fosse una sola regione, denunciando le violazioni dei diritti umani e della libertà all’interno di questi confini.
Activestills, una struttura indipendente e auto organizzata, è formato da fotograf3 palestines3, israeliani e internazionali che considerano il proprio lavoro “parte della lotta internazionale e locale contro tutte le forme di oppressione, razzismo e discriminazione”» (Witness Journal)
Le foto solidali sono state donate da: Ludovica Anzaldi, Isabella Balena, Marco Balostro, Guido Calamosca, Margherita Caprilli, Matilde Castagna, Catwithacamera, Max Cavallari, Dario De Dominicis, Ilaria Di Biagio, Giulio Di Meo, Danilo Garcia Di Meo, Antonio Faccilongo, Michele Lapini, Sara Lorusso, Ilaria Magliocchetti Lombi, Paolo Marchetti, Valerio Muscella, Giorgio Negro, Sara Nicomedi, Giuditta Pellegrini, Federico Perruolo, Marika Puicher, Gaia Squarci, Daniele Stefanizzi, Elisabetta Zavoli e Nicola Zolin.
L’iniziativa è in collaborazione con Arci Bologna, Witness Journal, Margherita Caprilli, Michele Lapini e Giulio Di Meo
Appuntamento presso l’associazione Lanarchico alle 17.45. E’ consigliata la registrazione all’evento.
Un percorso di circa mezz’ora attraverso le vicende che hanno caratterizzato il passato industriale della città, mentre esploreremo gli edifici che una volta pulsavano di attività tessili. Oggi questi stessi edifici sono al centro di importanti interventi di rigenerazione urbana, dove vengono implementati servizi funzionali a beneficio della comunità locale.
Questo quartiere, confinante con il centro storico, si distingue per presenza della comunità cinese e l’abbondanza di negozi di pronto-moda. La coesistenza di abitazioni e attività produttive, insieme alla sua struttura urbana densa e alla carenza di spazi pubblici, ha reso necessaria un’azione di rigenerazione urbana e sociale promossa da istituzioni e società civile. L’assenza di piazze e luoghi pubblici dedicati agli incontri, fondamentali per favorire la socialità e la partecipazione culturale della popolazione residente, ha spinto diverse associazioni a progettare e realizzare diversi interventi.
Questo impegno ha portato alla creazione di spazi aperti alla comunità, come lo storico Circolo Arci ‘Curiel’, il playground, lo skate park, il Prisma Lab e Lanarchico, contribuendo così a promuovere momenti, spazi di incontro e sviluppo di iniziative.
L’iniziativa è in collaborazione con il Circolo Arci ‘E. Curiel’ e l’associazione Lanarchico.