1500 partecipanti, 800 iscritti ai workshop formativi, 200 studenti coinvolti, 80 organizzazioni di tutto il mondo, conferenze, teatro e musica. I numeri di Sabir – alla terza edizione dopo quelle di Lampedusa e Pozzallo – raccontano un’Italia e Europa solidale, che contesta e cerca alternative. Guardando oltre i nostri confini. Attivisti, sindacalisti e ricercatori di Mali, Egitto, Turchia, Serbia, Eritrea, Algeria, Argentina, Messico hanno portato infatti uno sguardo altro sulle migrazioni, a volte complementare a quello europeo, altre antitetico. Mostrando gli effetti delle politiche dell’UE sulle vite di chi fugge.