I LUOGHI DEL FESTIVAL
EVENTI PERMANENTI
MOSTRA
Chi accoglie non fa notizia
Carlo Bianchetti
Bar Libreria Knulp , Via della Madonna del Mare, 7a, 34124 Trieste TS
“Chi accoglie non fa notizia” è un progetto che si propone di documentare la realtà e le storie delle persone migranti che varcano i confini europei in cerca di un futuro migliore.
Il titolo “Chi accoglie non fa notizia” vuole essere una provocazione che intende attirare l’attenzione pubblica su tutte le fasi che costituiscono le rotte migratorie, cercando di dare spazio alle realtà di cui spesso non si è a conoscenza.
Munito della sua fotocamera, Bianchetti ha cominciato il suo viaggio sulle coste del sud Italia, primo punto d’arrivo dopo la traversata del Mediterraneo, mostrando la quotidianità di questi luoghi. Quando le telecamere si spengono e la stampa smette di scrivere, gli arrivi continuano, gestiti in prima persona dagli abitanti e dalle realtà locali. Lampedusa, forse la meta di sbarco più conosciuta, è stata solo la prima tappa di un percorso che lo ha portato, per il momento, a Roccella Jonica, Oulx, Claviere,
Trieste e Trento, per ascoltare e raccontare attraverso le sue fotografie le storie di questi luoghi e delle persone che li abitano e attraversano.
La mostra è stata realizzata con il supporto di I.C.S. Trieste.
Il fotografo – Nato a Brescia nel 1995, Carlo Bianchetti mette al centro dei suoi scatti e dei suoi interessi le situazioni di crisi, in particolare ambientali e umanitarie
MOSTRA
Sguardi plurali sull’italia plurale
Apertura mostra 11 maggio alle 18:00
Teatro Miela, Piazza Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi, 3, 34132 Trieste TS
Una mostra fotografica realizzata a partire dall’omonimo concorso, promosso da FIERI – Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione e Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria, in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia.
In mostra si trovano i progetti presentati da Oleksandra Horobets (Ucraina, 1997), Karim El Maktafi (Desenzano del Garda, 1992) e Danielle Souza da Silva (Fortaleza, Brasile, 1997), vincitori in ordine del primo, secondo e terzo premio, oltre a uno scatto per ciascuno di tutti i partecipanti al bando, in un caleidoscopio di storie e suggestioni in grado di restituire le molteplici sfaccettature di questa società.
I fotografi e le fotografe
Ciò che emerge in maniera significativa da questi lavori è la necessità di testimoniare un vissuto personale, che assume però una connotazione collettiva grazie al potere narrativo dell’immagine fotografica. Con Kolobok Oleksandra Horobets racconta il doloroso rapporto a distanza con la madre attraverso il filtro di una fiaba popolare ucraina. Nelle immagini da lei utilizzate, materiale d’archivio e fotografia costruita si mescolano in un alternarsi di piani e tempi differenti che compongono una commovente ricerca delle proprie radici.
Il fotografo italo-marocchino Karim El Maktafi si interroga sulla situazione di ragazzi e ragazze nati e cresciuti in Italia, senza però essere riconosciuti appieno come cittadini. Costruito con un approccio tipicamente documentario, They call us second generation trasmette il senso di sospensione di chi, come lui, è costretto in bilico fra il senso di appartenenza ad un luogo e lo sguardo di chi ancora lo considera straniero.
Anche per Danielle Souza da Silva il proprio vissuto personale diventa lo stimolo per la costruzione di un Diario di bordo, dove parole e fotografie formano un puzzle di città, persone, ricordi e suggestioni. Un insieme di frammenti intimi e delicati, nel quale i luoghi diventano porti in cui approdare in una continua esplorazione del mondo.
MOSTRA
I’m looking for...
Inaugurazione e aperitivo 10 maggio ore 19.00
Galleria d’Arte Cavò, Via S. Rocco, 34121 Trieste
di Adriana Torregrossa. In collaborazione con Cizerouno
La mostra è visitabile fino a sabato 13 maggio, dalle 17 alle 19.30.
Quindici ritratti, quindici sguardi, quindici storie ci accolgono grazie al progetto dell’artista Adriana Torregrossa, da sempre impegnata sui temi delle identità e degli incontri tra mondi e culture differenti. Partendo da storie vere di persone che cercano i loro cari scomparsi durante il loro viaggio verso l’Europa, la Torregrossa narra la bellezza dell’uomo nella sua unicità, nella straordinaria ricchezza di ciascuna storia, di ogni vita, nella società contemporanea in cui non sempre si coglie la complessità della realtà.
MOSTRA
Tales of Women at Sea - Medici Senza Frontiere
Stazione Rogers, Riva Grumula, 14, 34123 Trieste TS
Il Mediterraneo centrale è considerata la rotta migratoria più letale al mondo, ma per molte persone che rischiano la vita attraversando il mare, questa è solo l’ultima parte di un viaggio pericoloso e straziante. MSF, insieme alle agenzie delle Nazioni Unite e ad altre ONG internazionali, ha ripetutamente documentato e denunciato il ciclo di violenze, abusi e maltrattamenti che migranti e rifugiati subiscono durante il viaggio. Le donne non sono risparmiate da tali violenze e sono spesso vittime di abusi, sfruttamento sessuale e violenza di genere. Dal 2015, MSF è attiva nel Mar Mediterraneo, con operazioni di ricerca e soccorso che hanno permesso di salvare la vita di oltre 85.000 persone. Dal maggio 2021, MSF opera a bordo della nave di ricerca e soccorso Geo Barents e ha soccorso oltre 7000 persone, di cui oltre 500 donne e ragazze.
‘Tales of Women at Sea’ mira a dare spazio alle voci delle donne sopravvissute alla traversata nel Mar Mediterraneo, ma anche alle storie degli uomini a bordo, che raccontano delle donne che hanno, o hanno avuto, un ruolo centrale nelle loro vite. Attraverso una serie di ritratti e testimonianze, i sopravvissuti descrivono le circostanze e motivazioni che li hanno portati ad intraprendere il viaggio in mare nel Mediterraneo Centrale. Accanto alle loro storie, ci sono anche quelle di alcune delle
operatrici umanitarie impegnate a bordo della Geo Barents. Le ragioni che le hanno portate ad unirsi alle operazioni di ricerca e soccorso si uniscono al racconto dello stretto legame che instaurano con i sopravvissuti soccorsi in mare. Le immagini e le testimonianze scritte, sono state raccolte da due fotografe provenienti da contesti diversi. Adottando stili e approcci creativi distinti hanno dato voce alle storie delle donne incontrate a bordo, nel rispetto delle differenze e delle specificità culturali: Mahka Eslami (Iran) e Nyancho NwaNri (Nigeria).
MOSTRA
Mediterraneo sensibile - Screening video
Gente comune - Filippo Berta 2021
Teatro Miela, Piazza Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi, 3, 34132 Trieste TS
Con le opere di: Andreco , Filippo Berta , Daniele Costa e Caterina Erica Shanta.
Lo screening video espone una serie di opere di artisti e artiste che hanno lavorato sui temi dei confini e delle migrazioni nel Mediterraneo negli ultimi anni, sviluppando pratiche artistiche nello spazio pubblico, progetti di ricerca e produzioni che interrogano le geografie sensibili. I confini sono prima di tutto i luoghi stressati dai fenomeni migratori e dalle conseguenti politiche securitarie e su questo si concentrano alcuni video selezionati. Sono luoghi periferici in cui si nasconde il cuore di tenebra dell’occidente civilizzato, sono paradossalmente il centro di un’azione di un disegno esclusivo e brutale che seleziona e respinge persone che migrano per avere diritto a un luogo sicuro.
Attraversare il confine significa comunque vivere una situazione di dislocazione e sradicamento, di riconfigurazione del sé all’interno di un nuovo paradigma culturale. Quello che viene proposto nello screening video è un processo continuo di decostruzione della realtà, una strategia diffusa di interrogazione e cura dei traumi del paesaggio nel Mediterraneo.Come i processi geopolitici ridisegnano il paesaggio? E come gli artisti rispondono con strategie di intervento, contro-narrazioni o ri-significazioni di luoghi ed immaginari?
Mediterraneo sensibile è uno screening video che incentra la propria attenzione In occasione dell’uscita di una pubblicazione riepilogativa (La ville ouverte. Politiche e poetiche dello spazio pubblico mediterraneo, Viaindustriae publishing, 2018) sul lavoro di osservazione, ricerca e produzione di questo progetto, viene mostrata una selezione di video di artisti attivi nell’area mediterranea, con un’attenzione particolare a quei lavori centrati sul delicato intreccio tra le forme del poetico e del politico.
«Mediterraneo sensibile è costruito su uno spettro di differenti approcci: dall’osservazione e analisi del paesaggio alla costruzione di finzioni necessarie a smascherare il presente, fino ad azioni che interrogano lo sguardo dell’osservatore attivando paradossi e sospensioni di senso. Un processo continuo di decostruzione della realtà, una strategia diffusa di interrogazione dei traumi del paesaggio, delle mappe sensibili disegnate dall’esercizio del potere in tutto il mediterraneo. Come i processi geopolitici ridisegnano il paesaggio? E come gli artisti rispondono con strategie di intervento, contro-narrazioni o ri- significazioni di luoghi ed immaginari?
MOSTRA
Oltre i muri - di Comunità Missionaria di Villaregia
Teatro della Chiesa di Santa Maria Maggiore – Via del Collegio 6
“Oltre i muri” racconta le numerose barriere costruite nel mondo (più di 70) che, unite alle recinzioni di filo spinato, circondano il pianeta in un abbraccio escludente fra chi è dentro e chi è fuori. Immagini, racconti e dati ufficiali, ci conducono in un viaggio tra le barriere esistenti nel mondo, Muri reali che aiutano a prendere contatto con i propri muri interiori, barriere che si superano con l’incontro, la conoscenza di ciò che siamo e di ciò che possiamo fare per chi ancora è dall’altra parte del muro.
SABIR INCONTRA LA CITTà
PASSEGGIATA - 11 MAGGIO ORE 18.00
Trieste duale, Trieste plurale
Evento in collaborazione con Zveza slovenskih kulturnih društev ETS
PARTENZA DA: Teatro Miela, Piazza Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi, 3, 34132 Trieste TS
Visita guidata alla Trieste slovena e multiculturale
DURATA: 2 ore
La storia di Trieste è stata scritta soprattutto dalle vicende di quei commercianti, lavoratori e idealisti che all’epoca di maggior sviluppo della città vi trovarono una vita migliore, nuove opportunità e fortuna. La storia movimentata e spesso contrastata della città è pertanto ancora oggi del tutto percepibile e sentita, avendo lasciato dietro sé molti luoghi della memoria che continuano ad avere un grande significato per ciascuna delle comunità nazionali residenti.
Come per tutti gli altri luoghi del mondo, per comprendere appieno Trieste ci vuole una buona dose di attenzione; se vi avventurate con occhi curiosi e aperti, la città vi rivelerà tutta la gamma delle sue dimensioni.
Questa visita guidata mira ad offrire una visione più approfondita della realtà slovena e al contempo cogliere nella città del golfo dello scrittore Boris Pahor anche la presenza di altre comunità storiche che secoli la popolano.
Gli sloveni in Italia
La comunità nazionale slovena in Italia ha da sempre rappresentato una parte inscindibile della Primorska, una vasta regione che si estende lungo entrambi i lati del confine italo-sloveno, dal litorale verso l’entroterra. Gli antenati degli sloveni iniziarono a popolare Trieste e la vasta regione che si estende lungo entrambi i lati del confine italo-sloveno, dal litorale verso l’entroterra nel VI secolo d.C., benché la loro presenza in queste zone sia documentata da vari manoscritti solo a partire dal IX secolo. In questa fascia, lunga duecento chilometri da nord a sud, nel corso dei secoli gli sloveni hanno contribuito a plasmare un sistema sociale che, con grande consapevolezza, ha saputo far fronte alle sfide storico-sociali.
L’odierna comunità slovena in Italia è estremamente ricca, vitale e articolata. Si contano più di 300 associazioni e istituzioni attive in svariati campi quali cultura, sport, economia, media e sociale … Il sistema in cui vivono gli sloveni a Trieste e in Italia è scisso tra due Stati, due lingue e due sistemi sociali che quotidianamente tentano di integrare, rimanendo al contempo fedeli ai valori scolpiti negli animi da una storia non sempre benevola.
PASSEGGIATA - 12 MAGGIO ORE 15.30
Attraversare il manicomio: bordi favorevoli, bordi contrari
PARTENZA DA: Roseto del Parco di San Giovanni, Via Nicolò Bottacin, 34128 Trieste
Passeggiata storico-psichiatrica con Mario Novello, psichiatra
All’interno della rassegna Rose, Libri, Musica, Vino, una visita guidata alla scoperta del parco e dell’ospedale che ha diretto Franco Basaglia, che intreccia il lavoro culturale e sociale che negli anni ha preso vita nella città.